Hai mai pensato al tuo e-commerce come un insieme di mattoncini lego? E se la tua costruzione avesse errori di base?

Se stiamo pensando di aprire il nostro primo negozio online è molto importante conoscere gli errori più comuni che genericamente capita di fare. Per questo motivo, abbiamo pensato di stilare una lista con dei consigli pratici per ottimizzare il proprio lavoro.

Perché il mio e-commerce non vende? Questa domanda viene digitata molte volte sui motori di ricerca e, se stai leggendo questo articolo, molto probabilmente hai riscontrato anche tu un problema di non poco conto come questo.

In questo articolo ti spieghiamo quali sono gli errori comuni per cui un e-commerce non riesce a spingere i tuoi potenziali clienti verso la conversione. Si tratta di errori la cui soluzione è più semplice del previsto: scoprili qui di seguito.

E-commerce: gli errori comuni

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Un e-commerce per poter funzionare al meglio deve essere controllato e seguito in maniera costante.

Non puoi pensare di riuscire a vendere senza far più nulla dopo la realizzazione del sito.

Occorrono attenzioni meticolose e precise azioni per far sì che tu possa ottenere i risultati sperati, migliorando vari aspetti quali la user experience del sito e le strategie pubblicitarie e editoriali annesse.

Ecco cosa sbagliano le persone che si lamentano del fatto che il loro e-commerce non vende.

  1. Sottovalutare l’importanza della scrittura e dei contenuti testuali
  2. La mancanza di contenuti efficaci a livello comunicativo e, peggio ancora, dei testi pieni di refusi ed errori grammaticali fanno scappare un potenziale cliente dal tuo e-commerce. Non stupirti che un utente che, approdando sul tuo sito, veda molti errori grammaticali ortografici possa pensare che tu sia un truffatore. Proprio così: il fenomeno del phishing (ovvero relativo alle truffe sul Web) è ormai noto a tutti ed è abbastanza riconoscibile per l’italiano scarso con cui i truffatori cercano di comunicare tramite mail.

    Per evitare di farti un’immagine negativa di questo tipo, crea dei contenuti per il tuo e-commerce che siano perfettamente corretti. Non ti senti all’altezza di scrivere bene? Assumi un buon web writer. Oltre a redigerti testi senza errori, un professionista del digital copywriting ti dà la possibilità di scalare la SERP. Gli algoritmi di Google hanno imparato già da tempo ad apprezzare i testi scritti bene.

  3. Ignorare la SEO
  4. Avere degli ottimi contenuti, tuttavia, non basta. Un buon web writer deve avere conoscenze relative alla Search Engine Optimization: deve saper integrare nel testo in maniera creativa le parole chiave con le quali vuoi posizionarti sui motori di ricerca. Lo stesso vale nella comunicazione social, dove questa figura riveste un ruolo cruciale per aumentare il tasso di engagement degli utenti. Ma chi fornisce al digital copywriter le keyword principali, secondarie e correlate? Il SEO specialist, una figura tecnica che si differenzia dal web writer sotto diversi aspetti: il SEO specialist ha poco a che fare con la creatività, soprattutto quando deve mettere mano al codice e deve passare lunghe ore a cercare le keyword da girare al copywriter. Per questo motivo affidarsi solo ad un web writer spesso non conviene.

    Se il tuo budget lo consente, il consiglio che ti diamo è di assumere queste due figure distinte: avrai più speranza che il tuo e-commerce torni a vendere.

  5. La grafica dell’e-commerce è carente
  6. Se i contenuti testuali sono importanti, ancora di più lo è la grafica del sito Web. Un’e-commerce con contenuti perfetti, ma con un design piatto, uguale ad altri siti, poco adatto alla navigazione da dispositivi mobili, non realizza vendite. Per questo motivo, devi includere nel budget anche la spesa relativa all’assunzione di un web designer: oltre a rendere migliore l’aspetto del tuo sito, un professionista competente in fatto di layout per siti Web responsive renderà la navigazione degli utenti il più semplice possibile e la ottimizzerà per i device come smartphone e tablet.

  7. Le operazioni che portano all’acquisto sono complicate
  8. Se, ad esempio, imponi ai tuoi potenziali di clienti di iscriversi al tuo sito, il tuo e-commerce è destinato a non vendere poiché, inconsapevolmente, stai violando una delle regole alla base del funnel marketing.

    Quello che devi fare è cercare di rendere il più semplice ed agevole possibile la navigazione, la cosiddetta user experience, soprattutto negli step più delicati, quelli che portano all’acquisto.

    Per capire quali sono i passaggi più difficoltosi per l’utente, puoi avvalerti di strumenti come Crazyegg e Hotjar. Questi tool registrano tutti i movimenti dell’utente sul sito e ti danno un’indicazione relativa a dove sorgono i problemi di flusso.

  9. Mancano recensioni. E, se le hai, non sono naturali
  10. Uno tra gli errori più comuni di un e-commerce che non vende è la mancanza di opinioni spontanee e, se le hai, potrebbero far insorgere il dubbio che siano false.

    Come dovrebbe essere un’ottima recensione? Oltre chiaramente a provenire realmente da uno dei tuoi clienti, deve essere corredata di nome e cognome, di fotografia in primo piano e di “stelline”, ovvero il rating, uno degli elementi visual più importanti per un e-commerce, in quanto sfrutta la riprova sociale e i contenuti generati dagli utenti.

    Le review, da un punto di vista SEO, possono essere organizzate attraverso dati strutturati per far capire al tuo utente, anche prima di entrare sul tuo sito, se il tuo e-commerce è affidabile ed apprezzato oppure no.

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